Giorni Felici

Giorno felice #701

Eccomi di ritorno dalla vacanza, che ci ha portati per una settimana in Germania. Non è semplice raccontare tutte le cose belle che abbiamo visto, tutte le emozioni provate, le risate, la stanchezza, lo stupore, i sapori e gli odori di questa vacanza di soli 6 giorni, che a noi sono sembrati molti di più, tanto le giornate sono state ricche e dense.

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Procediamo per gradi.

Facciamo che vi racconto prima quello che abbiamo visto (e assaggiato) e poi quello che abbiamo provato, ok?

Siamo arrivati a Monaco di Baviera il venerdì dopo pranzo e per arrivare al nostro appartamento, prenotato tramite Airbnb (che mi sento di consigliare di nuovo caldamente) siamo passati attraverso l’Olympic Park, l’area dove si sono svolte le Olimpiadi del 1972 e vi assicuro che a vedere quelle strutture futuriste, sembra impossibile che siano state costruite oltre 40 anni fa.

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L’appartamento era molto carino, piccolo ma bene accessoriato, situato in una via molto bella, piena di ristoranti di ogni genere, dalla birreria bavarese al ristorante italiano, si poteva scegliere il sushi giapponese e nel locale di fronte tapas spagnoli. C’erano anche diversi backerei, i forni-pasticceria tedeschi, presso i quali è possibile anche prendere un cappuccino e fare colazione, oltre a qualche negozio carino, uno ad esempio vendeva solo perline, singole o già composte in bigiotteria per tutti i gusti. No, non ho comprato niente, perchè li i negozi aprono alle 9.30 e chiudono alle 18.00 e noi passavamo sempre o troppo presto o troppo tardi.

Abbiamo passato il primo pomeriggio a Monaco ad ispezionare il quartiere e abbiamo poi cenato in una birreria tipica, consigliataci dalla proprietaria dell’appartamento, gustando per la prima volta lo stinco di maiale con il canederlo di patate.

E la birra. Dio che voglia di birra! L’ho solo assaggiata, ma non ho osato prenderne un boccale tutto per me, perchè temevo per il mio fegato. Ho guardato il marito berne a volontà, apprezzarne la consistenza non gasata, diversa da quella italiana, ho visto passare sotto il mio naso boccali e boccali con la consapevolezza che “io no“. Uffa.

Il giorno dopo, allertati dal tempo che minacciava pioggia per gran parte del tempo, abbiamo deciso di dedicarci al Deutsche Museum, il museo della scienza e tecnologia tra i più grandi d’Europa.

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Il museo è fantastico, i bambini sono rimasti a bocca aperta di fronte ai tanti modelli di navi, poi di aerei, poi di navicelle spaziali. C’erano prove scientifiche da fare, si poteva provare a pilotare un aereo, c’erano simulazioni e piccoli esperimenti ad ogni angolo e ho scoperto che ai bambini importava poco soffermarsi per capire la storia del mezzo che avevamo di fronte, a loro interessava toccare, sperimentare, muovere e spostare cose.

Per questo hanno trovato la pace dei sensi nell’area dedicata ai bambini, dove tutto era pensato per permettere loro di sperimentare in prima persona le cose più diverse. Potevano issarsi su delle altalene tenute su da un sistema di corde e carrucole, potevano costruire dighe di sassi per interrompere corsi d’acqua, potevano sollevare l’acqua attraverso strumenti che azionavano girando, spingendo o pompando. Potevano suonare strumenti musicali semplici, come le percussioni e un grande xilofono, ma anche complessi come un pianoforte e una chitarra dentro la quale potevano addirittura entrare. C’erano gli specchi deformanti e i computer, ma anche un vero camion dei pompieri e la ruota del criceto.

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Divertentissimo, per i miei figli, ma anche per tutti i tanti bambini presenti.

Usciti dal museo abbiamo optato per un salto in centro. Abbiamo assistito allo spettacolo dello storico carillon di Marienplatz che suona tre volte al giorno, ma che i bambini hanno trovato noioso per due motivi:

1) bisognava aspettare le 17 in punto e, si sa, aspettare in piedi non è divertente

2) l’orologio non faceva “Cucù“, con loro grandissima delusione.

Valli a capire, i bambini.

Poi siamo stati guidati dal profumo di salsicce verso il bellissimo Viktualienmarkt, che si è rivelato assolutamente superiore alle mie seppur altissime aspettative. C’era tantissima gente, tutti intenti a mangiare, bere o mangiare e bere contemporaneamente. Tantissimi i localini che preparavano cibi tipici “to go“, cioè da asporto.

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E poi c’erano i chioschi di prodotti tipici e artigianato locale, fiori e spezie. Mi sono perdutamente innamorata delle ghirlande da appendere al portone di casa, ma non ho acquistato nulla, pensando di farlo il giorno dopo. E invece… immensa delusione… la domenica a Monaco è tutto chiuso, tranne i posti dove si mangia.

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Seconda delusione, dopo la birra che non ho potuto bere.

La domenica l’abbiamo passata di nuovo in centro, tra viali pedonali affascinanti e piccole viuzze caratteristiche. Abbiamo pranzato nella storica birreria Hofbrauhaus, grande e divertente, con le sue lunghe tavolate e la musica tirolese dal vivo. Ovviamente stinco e birra per il marito, salsicce e patatine per i bambini, mentre io ho optato per una zuppa e una insalata con pollo arrosto.

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Il mangiare, parliamone.

In Germania si mangia bene, c’è poco da dire. Per una famiglia carnivora come la nostra è praticamente il paradiso. Devo dire che cucinano in maniera un po’ pesante, usano parecchio il burro e la carne è spesso grassa, però che sapori. Dopo due giorni di piatti a base di carne, mi sono dedicata alle insalate miste, che erano condite in modo a me ignoto, ma davvero ottime.

Questa una breve carrellata di alcuni dei piatti che abbiamo gustato.

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La mattina di lunedì, invece, l’abbiamo dedicata allo zoo di Monaco, il Tierpark Hellabrunn che ci ha lasciati senza parole.

Lo zoo è grandissimo ed è situato lungo il fiume Isar che attraversa la città, all’interno di un parco che a volte sembra un bosco e altre volte si trasforma in foresta.

La prima cosa da dire, riguardo lo zoo, è che praticamente non ci sono gabbie. A parte le zone di ricovero per i periodi in cui fa freddo, la maggior parte degli animali erano liberi in grandi aree a loro dedicate, separati da noi solo da una piccola transenna che arrivava al ginocchio o, al massimo, alla vita e da un fossato d’acqua. Loro erano come su delle isole, impossibilitati ad arrivare fino a noi, ma così vicini da poter essere quasi toccati.

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Gli animali, poi, sembravano felici di stare in quello zoo. Non erano tristi, spaventati e spelacchiati (come nell’unico zoo che ho visitato in Abruzzo), ma allegri e incuriositi dalla gente. Le scimmiette correvano, si arrampicavano e si lanciavano di liana in liana, il piccolo era aggrappato alla pancia della mamma e ogni tanto si avventurava da solo. C’erano gli orsetti polari che si tuffavano e giocavano in acqua di fronte ad un pubblico incantato di bambini che rideva e applaudiva. C’erano degli animali tipo mucche selvatiche che riposavano vicini vicini, leccandosi a vicenda. C’era l’area con le caprette in cui si poteva entrare e i bambini potevano accarezzarle e abbracciarle liberamente. C’erano i leoni che prendevano il sole beati e incuranti dei nostri sguardi curiosi. La tigre andava su e giù, osservandoci incuriosita. La giraffa mangiava indisturbata a mezzo metro da una palafitta gremita di bambini e adulti curiosi. I lemuri prendevano il sole in piedi. Gli elefanti correvano e sembravano sorridere di noi, piccoli esseri umani. Anche le tartarughe non se ne stavano pigre a dormire, ma camminavano più velocemente di quanto ci saremmo aspettati.

Massimo ed Emma erano a bocca aperta, correvano dai fenicotteri al rinoceronte, dalle zebre agli scimpanzè che si grattavano e scaccolavano come bambini irrispettosi facendoci ridere tutti.

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Anche le aree ristoro erano superbe. I genitori potevano riposare, mangiando e bevendo di tutto, mentre i bambini giocavano in parchi attrezzati da fare invidia, giochi così grandi e complessi che i bambini non sarebbero mai venuti via.

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E tutto era molto civile. Nessuno gettava nulla a terra, nessuno scavalcava i recinti, nessuno urlava, le scolaresche pranzavano al sacco senza fare un minimo di sporco, che mi sono chiesta com’è che il mio locale con 20 bambini dentro diventa un porcile pieno di carte di caramelle, bicchieri e tovaglioli buttati a terra e li, che c’erano migliaia di bambini quasi senza sorveglianza da parte di adulti, era tutto così pulito. Che invidia!

Comunque, lo zoo è stata forse l’esperienza più bella, per me, sia a livello educativo che di conoscenza di una civiltà che davvero è anni luce avanti a noi.

 

Interrompo qui la prima parte del nostro racconto di viaggio, nella speranza di non avervi annoiato, perchè Legoland merita un capitolo a parte.

13 pensieri riguardo “Giorno felice #701

  1. La birreria Hofbrauhaus ce l’abbiamo anche noi qui a Genova, anzi penso sia la prima che hanno aperto in Italia! E’ un posto fantastico! Non oso immaginare l’originale! Che bellissime foto e che meravigliosa vacanza! Un bacio!

    1. Devo dire che alla fine è una birreria molto turistica, però è divertente. La musica dal vivo mette allegria e immagino che anche la birra faccia la sua parte, anche perchè prendevano tutti il boccale da litro!!!
      Non sapevo ci fosse anche a Genova, devo dirlo al marito, che ha molto apprezzato!!! 🙂

  2. Bentornati! What an amazing trip you had! Each photo here is gorgeous and you all have such beautiful smiles on your faces…it shows what a great time you had in Germany and what wonderful memories you made. The zoo looks wonderful…as does the delicious food and the historical piazze and museums!
    I look forward to your post on Legoland!
    A presto e un abbraccio,
    Lia 🙂

    1. Ciao Lia 🙂
      E’ stato davvero un bel viaggio, siamo tornati tutti molto carichi e anche i bambini in macchina parlavano già della prossima vacanza. Sono contenta, iniziano ad apprezzare l’idea del viaggio alla scoperta di nuovi posti, evviva!!!

      1. That’s great…I’m glad you and the kids enjoyed it too! Going on vacation is a great way to unwind and to seek out new sights, sounds and environments…I hope to travel again soon but for now, I’ll spend the summer here in NY …I hope one day you can all come to visit the US. I’ll be happy to meet you!
        A presto e bentornati a casa,
        *Lia

      2. Per me viaggiare è importante, anche poco, anche solo pochi giorni all’anno, ma partire per un posto nuovo, dove si parla una lingua diversa, dove non si conosce niente, dove tutto è nuovo, mi aiuta a tenermi attiva anche mentalmente. I viaggi mi insegnano tante cose sul Mondo, ma anche su me stessa ed è bellissimo. Per i bambini, poi, è una fonte di apprendimento incredibile e stimola la loro curiosità, ma li aiuta anche ad essere più sicuri di loro, perchè non hanno più paura del Mondo e del diverso.
        Anche io però non riesco a viaggiare sempre e per diversi anni non ho potuto farlo, però tu sei a NY e puoi far finta di essere una turista, se vuoi 🙂
        Mi piacerebbe molto tornare nella tua città, che ho visitato anni fa con l’università, e portare i bambini. Per ora è difficile, il volo per tutti e 4 costa già quasi come una vacanza intera, per noi, ma mai dire mai! Un abbraccio e goditi la tua vacanza a NY. *

      3. It’s so true that traveling opens the mind to new experiences, languages, points of view… I hope you can come back to NYC one day… It’s a shame we didn’t know each other when you visited here… We would’ve had a fun time!
        Indeed sometimes I walk NYC like a tourist would, stopping to take pictures etc. I often think to buy a ticket for those double decker tour buses. They’re helpful to learn about the history of the city and you see it from high up above the streets, which is surely an interesting perspective!
        Buonissima giornata!!!
        Abbracci,
        *Lia

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