Giorni Felici

Agonismo vs. Sport

Giorno felice #003 ( o #978)

Sto scrivendo un post sulle mie ultime letture (relativamente al 2019) e sta venendo piuttosto lungo.

Prima di terminarlo, però, vorrei raccontarvi una cosa, insieme alle mie considerazioni in merito, per capire cosa ne pensate anche voi.

Mio figlio, 13 anni compiuti, fa parte della piccola squadra di Pallamano del paese. Lui ne fa parte da 5 anni, dall’anno, cioè, della nascita della associazione sportiva. Prima, nel paese, nessuno sapeva cosa fosse la pallamano.

Il mister, un ragazzo di un paese limitrofo, ex campione Nazionale under 13 nei tempi che furono, ha pensato di creare questa associazione nel nostro paese e ha cercato di farla crescere un po’ alla volta.

Il primo anno c’erano pochissimi ragazzini (stiamo parlando di bambini di 8 anni) ed era un gioco, molto divertente per mio figlio. Lui da subito si è appassionato a questo sport, ha trovato la sua dimensione e la sua passione, tanto che per i successivi tre anni, quando gli chiedevano “Cosa vuoi fare da grande?” lui rispondeva “Il pallamanista”.

La squadra ha iniziato a partecipare a qualche partita amichevole con le squadre dei paesi limitrofi, ed erano sonore bastonate. Mancavamo di esperienza, ma anche di prospettiva, perchè le altre squadre facevano tutte parte di associazioni non solo con una storia alle spalle, ma anche con squadre superiori che militavano in campionati seri anche a livello nazionale.

Poi piano piano siamo cresciuti e i ragazzi hanno iniziato a vincere.

La nostra era una squadra mista, maschi e femmine insieme, e per noi non era un problema perdere perchè la ragazzina messa a fare l’ala si lasciava intimorire dal ragazzino pari livello della squadra avversaria. Abbiamo sempre incitato le ragazze della nostra squadra a dare il massimo senza paure e quando hanno iniziato a segnare è stato bellissimo vedere l’entusiasmo soprattutto nei compagni di squadra.

Negli ultimi due anni abbiamo partecipato a tornei regionali under 13, che non sono vero e proprio agonismo, ma una serie di scontri amichevoli che assegnavano dei punteggi. Alla fine dell’anno veniva proclamata in maniera piuttosto informale la squadra vincitrice a livello regionale, ma per lo più era il riconoscimento alla squadra che aveva vinto di più. Niente di riconosciuto dalla Federazione Italiana di Pallamano. Comunque i ragazzi si sono divertiti, noi genitori anche, e siamo risultati essere per due anni consecutivi la squadra vincitrice. Vincitrice di niente, ma comunque tanto da renderci orgogliosi.

Quest’anno, visto che i ragazzi sono cresciuti e per via dei limiti di età, dobbiamo iscriverci al Campionato Regionale Under 15, campionato ufficiale e professionale.

Cosa comporta questa decisione?

  1. Le ragazze non potranno più far parte della squadra, perchè esistono un campionato maschile e uno femminile, ma non uno misto. Potranno continuare ad allenarsi insieme, ma se non raggiungono un numero di 10/12 iscritte, non potranno iscriversi al loro campionato.
  2. Le partite avranno la durata più lunga e non ridotta come eravamo abituati noi, quindi i ragazzi dovranno essere atleticamente più resistenti.
  3. Per questo motivo gli allenamenti saranno più intensi e frequenti. Gli altri anni ci si allenava due volte a settimana e una domenica si e una no avevamo un concentramento, durante il quale si disputavano diverse amichevoli. Da quest’anno ci si allenerà 4 volte a settimana, due nel palazzetto dello sport, e due in palestra, dove il mister rafforzerà gli aspetti muscolari e di resistenza. Siccome il palazzetto sarà disponibile da fine settembre e il campionato inizierà ad ottobre, il mister ha pensato di anticipare la preparazione atletica in spiaggia. Da questa settimana e fino a fine settembre, gli allenamenti ci saranno TUTTE LE SERE dal lunedi al venerdì dalle 18.00 alle 19.30

Questa cosa ha messo in crisi la famiglia.

Innanzitutto mio figlio non ha voglia di andare agli allenamenti tutte le sere, soprattutto ad agosto, quando ci sono ancora per poco i suoi amici della spiaggia, che ripartiranno a breve. L’idea di dover tornare dalla spiaggia alle 17.30 per potersi presentare in tempo agli allenamenti lo manda in crisi. Tra l’altro credo che il mister abbia loro vietato di andare al mare il pomeriggio quando devono allenarsi, altrimenti arrivano alle 18 già stanchi. Questo significa che potranno andare al mare nel pomeriggio solo il sabato e la domenica.

Allenarsi tutte le sere significa anche bloccare intere famiglie, perchè non possiamo fare nulla nessun pomeriggio della settimana. Questa cosa sarà per noi ancora più pesante in inverno, perchè mentre le altre famiglie che hanno un lavoro “convenzionale” non lavorano nel weekend e possono, che ne so, portare i figli a tagliare i capelli il sabato pomeriggio, noi nei weekend lavoriamo, quindi non so… mio figlio arriverà ad avere i capelli lunghi e dovrò comprargli le scarpe senza fargliele provare, perchè non avremo mai il tempo di andare insieme in giro.

Inoltre in inverno nei weekend saranno concentrate le partite di campionato, quindi avremo comunque 5 giornate di impegni di pallamano a settimana.

Ora… io lo trovo pesante.

Il palazzetto dello sport non è vicino, dobbiamo sempre andare a portarlo e riprenderlo in inverno, quindi per noi è un impegno anche in quel senso. Senza contare che anche Emma fa il suo sport, nuovo, per fortuna solo due volte a settimana, ma comunque anche lei andrà accompagnata e ripresa dalla piscina.

Probabilmente il mio è un problema comune alla maggior parte di quei genitori che vorrebbero che i figli seguissero uno sport in inverno.

Ho detto al mister che questo calendario di allenamenti mi sembra eccessivo, anche in relazione al fatto che lui ha due rientri pomeridiani, quindi avrebbe tutti i pomeriggi impegnati. Lui ha risposto che l’agonismo è così, che non può costringere nessuno, ma che o ci si attiene a tutti gli allenamenti (le assenze devono essere giustificabili e ridotte al minimo), oppure bisogna lasciare la squadra.

Ecco… a me questa cosa non va giù.

Io capisco che nell’agonismo sia necessario un impegno giornaliero. Quello che non capisco è perchè non ci siano alternative allo sport agonistico.

Io non aspiro ad avere un figlio campione di pallamano (ne una figlia nuotatrice olimpica), ma soprattutto non sono queste le loro aspirazioni. A mio figlio piace andare a pallamano perchè si diverte e sta con i suoi amici storici, non perchè aspira ad essere davvero un pallamanista (ambizione da bambino già tramontata). A me non interessa che lui sia un campione, ma che lo sport faccia parte della sua vita, che sia un impegno costante, ma non soffocante, che lo faccia sentire bene e attivo, oltre che in salute.

Costringere dei ragazzi di 13 anni a ritmi così sostenuti sarà anche “normale” per poter partecipare ad un campionato agonistico, ma potrebbe essere controproducente per un ragazzo che non ha di queste aspirazioni. Mio figlio odia il pensiero di lasciare la squadra, ma allo stesso tempo si sente imprigionato dall’impegno quotidiano.

Oltre a tutto ciò, un figlio di 13 anni è comunque un figlio che sta attraversando un periodo non proprio semplice, soprattutto per noi genitori. Noi discutiamo per qualsiasi cosa. Anche solo per farlo andare a scuola la mattina.

  • Alzati.
  • Vai a scuola.
  • Lavati i denti.
  • Fai i compiti.
  • Fatti la doccia.
  • Spegni la playstation.

A tutto questo devo davvero aggiungere, OGNI GIORNO, un “Vai a pallamano”, con tragedia greca al seguito?

C’è da dire che mio figlio è tosto, lotta per ogni no, non si arrende mai, non si rassegna, pensa che chi la dura la vince, anche per cose basilari, come “Oggi devi andare a scuola” sono sempre seguite da un “No dai, posso non andare a scuola oggi?”. Non vince mai, ma non si rassegna neanche dal chiedere, in maniera più o meno nervosa a seconda dello squilibrio ormonale del momento, e per noi è durissima.

Sarebbe diverso se volesse andare a pallamano senza problemi, ma così non è e non mi sento pronta ad aggiungere questa nuova battaglia alle tante quotidiane.

Ribadisco: a lui piace la pallamano, piace allenarsi, piace stare con la squadra. Quello che non gli piace è doverci andare tutti i giorni.

Una ultima osservazione, che nasce dall’aver osservato che questa cosa del passaggio al livello agonistico riguarda un po’ tutte le realtà sportive locali (dal nuoto al pattinaggio, dalla ginnastica alla pallavolo, dal basket al calcio, per dire: una amica di mia figlia, 10 anni, è stata convinta a passare al nuoto agonistico e si allena tutti i pomeriggi 2 ore al giorno).

E’ davvero necessario alzare l’asticella delle prestazioni sportive dei nostri figli?

Federica Pellegrini è diventata Federica Pellegrini perchè si è allenata tanto, oppure si è allenata tanto perchè sarebbe diventata Federica Pellegrini?

L’accanimento sportivo è più giustificato se tuo figlio ha delle predisposizioni marcate ed evidenti e meno se non ne ha?

Cosa c’è di male nell’insegnare che lo Sport è un piacere e non esclusivamente competizione e sacrificio?

Perchè vogliamo tutti figli campioni? Non basta volerli sani ed equilibrati, praticando uno sport che li aiuti a diventarlo?

E infine: che sport può fare un ragazzo che non aspira alla carriera sportiva, ma che non vuole rinunciare ad un po’ di attività fisica settimanale, anche solo per scaricare lo stress della scuola?

Ecco… non so se sono riuscita ad esporre i miei dilemmi, ripeto, capisco che senza allenamenti intensi non si tirano fuori campioni, e che se tutte le mamme del mondo fossero come me probabilmente non esisterebbero manifestazioni sportive tipo le Olimpiadi, ma possibile che non debba esserci alternativa?

Voi cosa ne pensate?

Cosa fareste al posto mio?

Per ora mio figlio sta andando agli allenamenti. Abbiamo raggiunto il compromesso di pensare un mese alla volta: noi paghiamo il mese solo se lui decide di voler allenarsi ancora per un mese. La cosa è rinegoziabile mese per mese, non vogliamo sia una nostra imposizione, preferiamo sia una sua scelta responsabile (ho sentito genitori affermare “io ce lo mando a calci in cu*o” e non è la mia politica).

Sta andando agli allenamenti, però piange e sbarita tutto il pomeriggio, prima di andare.

Quanto è difficile fare il genitore?

8 pensieri riguardo “Agonismo vs. Sport

  1. Io penso che Federica sia diventata tale a suon di grandi sacrifici, come ogni atleta che si è affermato e ha avuto riconoscimenti. Detto questo, mio figlio non vuole impegni dopo la scuola, vvuole essere libero e disporre del tempo come meglio crede e a me va bene, non riuscirei a scorazzarlo ogni giorno . Se dovesse fare uno sport ma rognasse ogni volta, non c’è lo porterei più o cambierei sport. Si litiga già abbastanza x la scuola.

    1. Ecco… parliamo del diritto al tempo libero… mio figlio quest’anno farà la terza media, dovrà studiare di più (si spera), dovrà preparare gli esami, ha due rientri settimanali e nei primi mesi del 2020 avrà anche le lezioni pomeridiane di inglese organizzate dalla scuola per la certificazione Trinity…. quando si rilassa? Quando legge qualche libro? Quando passerà del tempo libero con amici o con la famiglia? MAI!
      Il problema è che mio figlio frigna, ma poi se gli dici che può anche non andare, ma che questo significa uscire dalla squadra, piange ancora di più!!!

  2. Parlo da atleta (ormai abbandonato) e non da genitore (i miei bimbi sono ancora troppo piccoli).
    Ho fatto basket per 10 anni, dall’età di 7 ai 17. Ci allenavamo 5 giorni a settimana per 1 ora e mezza, più partite nel weekend. C’erano giorni in cui non mi andava, ma nessuno mi ha mai costretto e comunque non ho mai saltato gli allenamenti (salvo malattie). Ora pensando al passato, mi dispiace di non aver dato di più.

    Ma io lo volevo fare e non lo avrei mai accettato se fossi stato obbligato dai miei genitori.

    Per quanto riguarda l’agonismo invece, ci sono molti fattori in gioco:
    – Economico: La società fa dei veri e propri investimenti nei ragazzi, che in un futuro porteranno dei soldi grazie agli sponsor.
    – Divertimento: non essere all’altezza, purtroppo, farà perdere interesse ai ragazzi, portandoli all’abbandono dello sport.

    Sinceramente capisco il disappunto di tuo figlio, che vuole stare in vacanza. Ma questo, purtroppo, è sintomo di poco interesse verso lo sport. La cosa migliore è spiegare a lui che per voi non è un problema se decide di abbandonare, ma che essendo ormai grande, è una sua decisione se prendersi l’intera responsabilità e dare il massimo, o abbandonare. Anche per rispetto dell’allenatore, della società, dei compagni e dei genitori che pagano.

    Se vuole giocare solo per divertirsi, può sempre vedersi con gli amici al di fuori. Magari sarà più complicato trovare il campo, ma sicuramente troveranno la soluzione.

    1. Grazie per la tua testimonianza.
      Anche secondo me lui è poco interessato allo sport agonistico, ma considera che è sempre stato il capitano della squadra… secondo me lasciare per lui è un tradimento verso il mister e i compagni.
      Io sto provando a fargli capire che per noi non è un problema se abbandona la squadra, assolutamente non mi va di costringerlo.
      Per quanto riguarda l’investimento che fa la società verso la squadra alla ricerca di sponsor…. pensa che il mister ha chiesto a NOI GENITORI di cercare gli sponsor al posto suo… questa cosa mi manda in bestia!
      Proverò a parlare ancora con mio figlio…. voglio capire quali sono i suoi sentimenti… magari potrei aiutarlo facendo insieme una lista dei pro e dei contro….
      Una cosa è certa: di fare il campione a lui non frega niente. Ma non gli frega neanche di studiare…ahahahaha…. i meravigliosi tredici anni!!!
      Grazie ancora per il tuo commento, mi hai aiutato a vedere le cose da un altro punto di vista.

  3. Argomento interessantissimo, ti parlo anche io della mia esperienza di pallavolista dai 12 ai 24 anni.
    Ci allenavamo 3 volte alla settimana per 2 ore, il sabato o la domenica c’era la partita e in questo periodo iniziava la preparazione atletica tutti i giorni per recuperare l’ozio delle vacanze.
    Mi piaceva farlo, la palestra era vicino casa quindi ci andavo da sola e non saltavo mai un allenamento. Non lo si fa per forza per amore di agonismo (io non sono per niente competitiva, le partite mi stressavano moltissimo e non ero neanche così brava) ma la disciplina sportiva ti insegna ad essere una persona tosta e determinata.
    Ciò che fa male allo sviluppo di un bambino non è tanto l’agonismo in sé, ma gli allenatori umanamente pessimi che ti possono capitare o le pressioni genitoriali ad eccellere. Io ho lasciato perché gli ultimi 5 anni ho avuto un’allenatrice che mi insultava continuamente perché non ero abbastanza brava.
    Purtroppo l’alternativa all’agonismo per i piccoli spesso non c’è, una squadra viene creata con l’obiettivo di crescere e di conseguire risultati, i più bravi vengono notati da altre squadre e hanno la possibilità di diventare dei campioni. Da me come alternativa c’erano gli sport pomeridiani a scuola o anche negli oratori.
    Capisco che tuo figlio si trovi dinanzi ad una scelta difficile, vuole divertirsi con i suoi amici senza impegno, ma purtroppo nella vita “you can’t always get what you want” 🙂
    Io comunque al posto tuo mi romperei tantissimo di avere tutta la settimana impegnata e sotto sotto sarei contenta se lasciasse ahahah

    1. Sto adorando i vostri commenti, davvero utilissimi.
      A me piace che faccia sport perchè penso sia una valvola di sfogo naturale e sana. La disciplina, l’impegno… non ci avevo riflettuto su. A detta del Mister, mio figlio è uno dei pochi disciplinati e rispettosi delle regole, anche se poi a casa è piuttosto anarchico. In realtà lui segue le regole quando le accetta per buone, quando le trova ragionevoli… non so come spiegare. Se una regola per lui è “stupida”, allora di ribella. Magari quella cosa la fa la stessa, ma lamentandosene per tutto il tempo. Questo per spiegare un attimo il carattere (era così anche a due anni, per dire).
      Detto questo, scoccia anche a me avere l’inverno già programmato nei minimi dettagli, al minuto addirittura. Non lo trovo sano, non lo trovo giusto, non lo trovo producente.
      Se lo vedessi contento, sarebbe diverso.
      Il Mister…. per me è un ragazzino che gioca a fare il grande. Piuttosto chiuso a livello mentale. Non mi piace per niente. Se dovessi prendere io la decisione, lo leverei subito dalla squadra. Ma non mi va di imporre la mia personalissima opinione a mio figlio, penso sia abbastanza grande per maturare le sue decisioni e assumersene l’impegno.

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