Giorno felice #869
Riflettevo, in questi giorni, su questo detto africano:
Chi vuole sul serio qualcosa trova la strada, gli altri una scusa.
In questo periodo sto ricevendo complimenti su complimenti per la mia ritrovata forma fisica. Non so perchè tutti ora, contemporaneamente. Forse dipende dal fatto che ho cambiato look, ho un nuovo taglio di capelli, un nuovo paio di occhiali e vesto con abiti più aderenti, che mi fasciano e mettono in risalto la linea. Ho smesso di coprirmi con sacchi informi, per nascondere le curve, insomma.
Comunque, sono tutti qui a farmi complimenti e io sorrido e ringrazio, vergognandomi sempre un pochino perchè mi sento un pochino sotto esame. Ringrazio per i complimenti, perchè fanno sempre piacere, ma non allargo la coda da pavone, ecco.
Rifletto però su alcuni atteggiamenti.
Una parte di questi complimenti finisce sempre con la domanda “Adesso però basta dimagrire, no?” come se pesare 78 kg e indossare una 48/50 fosse il massimo a cui io possa aspirare. Queste persone mi ponevano la stessa domanda quando pesavo 100kg e poi quando ne pesavo 90. Quindi che facciamo? Se stavo bene a 100kg come faccio a star bene anche ora che di chili ne peso 22 in meno?
Probabilmente è solo una frase fatta, quando non hanno altro da dire, e sicuramente viene detto in buona fede, come per dirmi che mi trovano incredibilmente in forma, per questo ringrazio e vado avanti.
Rimane il fatto che la mia parte insicura ci coglie sempre il lato negativo, come se io non potessi nè dovessi neanche aspirare a portare una taglia 42/44. Ma questa è la parte di Sandra che cerco di combattere e sconfiggere, quindi cerco di metterla a tacere.
C’è poi una fetta di gente che mi butta li il complimento, come se fosse dovuto e inevitabile, e poi gira subito l’attenzione su se stessa.
“Quanti kg hai perso? SESSANTA? Io ne dovrei perdere 4 o 5 ma non ci riesco mica. Vorrei avere la tua forza di volontà. Come hai fatto? NON MANGI ZUCCHERI? No, io rinuncio a tutto, ma ai dolci no!”
Allora, io non mi permetto di giudicare chi trova scuse, perchè le ho trovate anche io per 39 anni, ma ora ci faccio più caso rispetto anche solo a pochi mesi fa.
Ad esempio, ieri ero fuori dalla scuola dei miei figli in attesa che iniziasse l’incontro scuola famiglia (credo che abbia parlato dell’esperienza anche Dante in uno dei gironi infernali) e c’erano due mamme che mi facevano i complimenti, poi una ha aggiunto:
“Eh, io starei anche molto attenta, COME TE, ma poi torno stanca dal lavoro, vado di fretta e mettere su una piadina è più veloce!”
Punto 1: anche io lavoro, e stacco alle 20.30/20.45 tutte le sere, lei invece alle 15.30 finisce di lavorare.
Punto 2: il tempo per una piadina è lo stesso che impiega un hamburger a cuocere. Solo che l’hamburger devi ricordarti di scongelarlo prima, la piadina necessita solo di apertura busta di plastica, ma devi ricordarti di comprarla al supermercato.
E l’altra aggiunge: “Ma sai cosa? Io a casa sto molto attenta, COME TE, però poi a lavoro le colleghe portano sempre dei dolcetti, perchè ogni giorno è il compleanno di qualcuno e ogni volta portano la torta e i dolci! E come si fa a resistere?”
Punto 1: Io per lavoro gestisco una sala per feste di compleanni e ogni giorno mi sporco le mani di Nutella e taglio almeno una torta e mi offrono l’assaggio di rustici e dolci. E ogni giorno dico “No grazie, non posso.” E ogni giorno resisto.
Punto 2: Non è mica una gara tra me e voi.
Perchè succede questo? Perchè le persone devono rapportare tutto a loro stesse? Perchè se mi vedono dimagrita sentono il bisogno di dirmi cosa mangiano e quanto mangiano? A me non interessa. Come non mi interessa mietere complimenti, perchè non è per questo che ho deciso di intraprendere questo lungo percorso.
Preferisco di gran lunga chi non mi dice niente, fa finta di non notare nulla di diverso in me, oppure si limita ad un semplice “Ti trovo molto bene” e poi se ne va per la sua strada. E’ chiedere troppo?
Ok, oggi sono nervosa, quindi continuo lo sfogo, chiedo venia.
Domenica scorsa eravamo a pranzo da mia madre e c’era anche mia sorella. Mia madre aveva cucinato la pasta al forno e poi il ragù di carne e le verdure ripiene più polpette per i bambini.
Io per me avevo il pollo al forno, con insalata abbondante.
Il problema dei pranzi domenicali è che quando io finisco il mio pasto, gli altri si trovano ad aver finito di mangiare solo il primo, quindi io resto li a guardare (o a gonfiarmi di insalata) mangiare il secondo, la frutta e il dolce. Ora sono abituata, però a volte è noioso, tutto qui.
Comunque, quella domenica mia sorella (che sta tentando di dimagrire) aveva fatto il bis di pasta al forno, poi aveva mangiato un peperone ripieno, preso la carne di ragù e stava allegramente facendo la scarpetta con il pane quando mia madre le offre l’insalata di pomodori e mia sorella risponde: “No, guarda, sono pienissima. Non sono più abituata a mangiare cosi tanto!” e rifiuta per poi prendere subito dopo una seconda porzione di carne grondante sugo, servendosi anche di una terza fetta di pane. E dopo il secondo ha tirato fuori una torta fatta da lei, con ananas e panna, e per lei taglia una fetta iper abbondante.
Ora, non sarebbe stato più corretto dire “No, preferisco una fetta di pane col sugo, rispetto ai pomodori“?
Cercate di capirmi, la mia non è invidia. Forse per la prima volta in vita mia sono più magra e in forma di mia sorella, non la invidiavo quando era magra, figuratevi se la invidio ora che ha perso la forma e soprattutto non la invidio per la fetta di torta con la panna.
La mia è curiosità. Umana curiosità.
Cosa ci spinge a mentire a noi stessi? Perchè penso che quelle siano le menzogne che ci raccontiamo per non affrontare le nostre debolezze. Ripeto, io preferisco l’onestà e anche quando ero obesa dicevo la verità, non cercavo scuse per quello che mangiavo. Mangiavo e mi sentivo in colpa, tentando per lo più di mimetizzarmi in modo che nessuno badasse a me, ma non ricorrevo all’auto indulgenza perchè me ne sarei vergognata di più.
“Ma si, me la mangio volentieri un’altra fetta di torta, anche se sto per crepare: è troppo buona!”
Ora ci faccio caso di più, a quante persone mentono al prossimo e a se stessi per il bisogno di giustificare quello che mangiano e la forma fisica che hanno. E questo la dice lunga su quanto ci sentiamo tutti giudicati dal prossimo in base a quello che siamo, come appariamo, cosa mangiamo, come vestiamo, ecc.
Forse sto diventando dura nei confronti del prossimo, anche se comprendo nel profondo alcuni atteggiamenti perchè li ho sperimentati sulla mia pelle. Come ad esempio quelli che dicono che non vanno in palestra perchè non hanno tempo e poi passano il pomeriggio a chattare su Facebook o a giocare a Candy Crash. O quelli che dicono che non hanno tempo per leggere, ma poi seguono Beautiful e Uomini e Donne e Il Segreto o come si chiamano queste cose da casalinga annoiata.
Io leggo ogni giorno e vado in palestra 4 volte a settimana e lavoro e ho due figli e una casa da mandare avanti. Mi organizzo i 5 pasti quotidiani dalla sera prima e, contemporaneamente, i pasti per i bambini che non mangiano le cose che mangio io. Ritaglio del tempo per me stessa perchè è fondamentale per la mia salute e per il mio benessere psicofisico, ma anche per la serenità della famiglia, perchè se sono nervosa ne risentono tutti.
E non sono Wonder Woman, ma una donna che cerca di fare del suo meglio senza trovare scuse, senza cercare un capro espiatorio, e soprattutto senza sentirsi in colpa per tutte le cose che non riesce a fare.
Lotto ogni giorno contro le mille cose da fare e arrivo a fine serata stremata, ma soddisfatta, perchè so di aver fatto del mio meglio.
E questa è forse la mia più grande vittoria, perchè ho passato una intera vita a non sentirmi abbastanza, ad avere la sensazione di non essere abbastanza.
Ora è diverso.
Se un giorno va storto, faccio come Rossella O’Hara e dico “Domani è un altro giorno“.
E se domani andrò in palestra sarà di certo un giorno buono.
Oddio non so se è questo il post che m avevi anticipato ad hoc sulla dieta, o ti riferisci solo alle persone che ….vivi…e non a noialtri blogger grassi, e assuefatti al cibo e a una condizione lamentosa, anche perché ogni storia è a se.
Se il tuo blog fosse sulla carriera credo ti avrei chiesto quello, se fosse stato sul adozione, o sulla fecondazione o sulla anoressia o indicizzato su un argomento le domande sarebbero state attinenti perché se il blogger ne parla e apre ai commenti vuol dire che cerca un confronto .
Il tuo blog è su un percorso felice partendo dal giorno 1 per cui implica il fatto che prima non lo eri o lo eri di meno, poi diversifichi gli argomenti sulla lettura e altro ma con capisaldo forma fisica
E ovvio che vuoi parlarne e che noi te ne parliamo più o meno tutti, non perché ti vediamo come una guru ma perché il tuo percorso è sensazionale, credo siano in pochi a perdere 60 kg in due anni senza tubi gastrici o aspirazioni di grasso.
Fare finta di niente sarebbe paradossale , secondo me sono i primi effetti fuori dalla HS le madri sono fatte per l inciucio e sicuramente alle tue spalle saranno andate oltre fino alla sfera sessuale e cambiamenti vari, in genere arrivano sempre a quello. se poi ti riferisci ai blogger ognuno interviene perche sei tu che metti il piatto nel centro e non ti dovresti sorprendere credo…bo forse…non lo so…
In realtà ho aperto questo blog molto prima di intraprendere il mio percorso di dimagrimento e lo scopo era quello di cercare il bello in ogni giorno, anche in quelli più negativi.
Poi si finisce per parlare di se, non mi interessa diventare una guru nè una di quelle che diventano “famose” perchè hanno aperto un blog.
Ci sono argomenti che tirano di più, come il mio dimagrimento, proprio per quello che hai detto tu, perchè fa notizia, perchè molti vogliono dimagrire e pochi ci riescono davvero. E argomenti che tirano meno, come i libri che leggo, ma non per questo smetterò di scriverli.
Le riflessioni del mio ultimo post sono mie personali e legate alla mia esperienza diretta, ovviamente.
Ma sono anche sintomatiche del perchè molti vogliono dimagrire e pochi ci riescono.
Perchè è più facile trovare scuse, che impegnarsi.
E lo so per esperienza diretta.
Sai cosa succede?
Che online trovi tantissime persone che si dichiarano a dieta (e già qui ci sarebbe da aprire una parentesi immensa su quanto il termine “dieta” implichi un percorso momentaneo, mentre si dovrebbe aspirare ad uno stile di vita diverso e più sano) che non ottengono risultati ma dispensano consigli e perle di saggezza.
Ho letto di gente che, su consiglio della dietologa, mangiano a colazione un cappuccino con una fetta di torta fatta in casa (!!!) e vengono applaudite da persone che, nel profilo, si descrivono così: “A dieta da una vita senza mai ottenere risultati”.
Ora, io sto ottenendo risultati, non solo in termini di numeri, ma di cambiamenti personali, e ho timore di consigliare la mia alimentazione, il mio nuovo stile di vita, perchè vengo snobbata, ritenuta una fissata, oppure mi chiedono “Come hai fatto, dimmi il tuo segreto, perchè anche io vorrei dimagrire” e quando dico la verità vengo sommersa da scuse su scuse.
Siccome non mi piace andare in giro a pontificare, non lo faccio. Quando mi chiedono della mia alimentazione e del mio stile di vita rispondo educatamente, per grandissime linee e sorrido quando iniziano a giustificarsi con me, elencando tutte le ragioni per le quali non possono fare a meno dello zucchero nel caffè o per le quali non possono andare in palestra.
Questo è il mio blog e visto che non devo compiacere nessuno perchè non ho bisogno di diventare famosa creando consensi, dico la mia verità, dal mio personalissimo punto di vista.
Il punto di vista di una che pesava 138kg e che in due anni ha perso 60 kg senza ricorrere ad interventi chirurgici e senza medicine, una che vive benissimo anche senza pane, pasta e dolci, a dimostrazione che se ne può fare a meno (ci sono popoli che non mangiano il maiale e per me è inconcepibile, ma quelli mica muoiono, ci sono popoli che non mangiano pasta e pane perchè non fa parte della propria tradizione, e neanche loro muoiono).
Poi chi legge può decidere liberamente di lasciarsi ispirare da chi è a dieta da una vita senza ottenere risultati, perchè così può sentirsi con la coscienza pulita quando fa colazione con una fetta di torta al cioccolato fatta in casa.
Qui ci sono io.
mi piace moltissimo il detto africano, me lo sono stampato!
per il resto, hai tanto tanto ragione! non so se l’atteggiamento di giustificarci (con noi stessi? con gli altri?) sia una cosa che viene spontanea o se è frutto di strategie….però è vero che non serve proprio a nulla se non a raccontarcela……
ma l’onestà, nei confronti di noi stessi, è davvero difficile da seguire, se ci piace di più trovare le scuse che alzare le chiappe….(non sto predicando, sto constatando!!! e soprattutto sui MIEI comportamenti…. 😦 ), il tuo post è da tenere a memoria perchè sprona a volersi più bene, a pensare alla propria salute, al proprio benessere, a sbattersene un po’ degli altri e dei loro giudizi, tanto ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da dire (ma chissenefrega!)
p.s. il girone dantesco dei genitori al ricevimento 😀 😀 😀 questa sì che è una punizione!
Era esattamente quello lo scopo del mio post, spronare ad essere onesti con se stessi.
Da quando ho iniziato a farlo, la mia vita è cambiata, in meglio.
Certo, non è stato facile, guardare in faccia le proprie debolezze e combatterle, però se ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutti.
Scusami ma a me forse la frase sta strettina, ti spiego riguardo la linea la persi durante la gravidanza anche perche era il compagno sbagliato il momento non giusto, non fumo non bevo non mi drogo e diventando sedentaria alla tavola di una suocera fortemente obesa ingrassai
La sarta del mio abito da sposa sentenziò se prendi peso non lo perdi più
Invece nel 2007 mi levai quei 10 chili , nel 2010 si è ammalato mio figlio e da allora mi dopo di cioccolata e porto in giro 20 kg extra , avessi dei problemi io la frase sarebbe giusta trova la strada non la scusa, ma vedere i problemi su un altra persona mi rende fragile cieca inefficace perché il peso si sedimenta poi ci sono spiragli periodi si tocca anche -5 oppure -10 e sul più bello si fanno strafalcioni, forse sara che sono scuse…, ma c è anche tanto altro, mangiare per il piacere è un conto ma per il dispiacere è differente……..
Io non ho mai mangiato per il piacere di farlo, nè tanto meno per fame.
Quando arrivi a pesare 138kg è perchè hai qualche problema di fondo piuttosto serio, quindi so benissimo cosa si prova a mangiare per stress, per dolore, per dispiacere, per colmare dei vuoti che non c’entrano niente con il cibo.
Rimane il fatto che il cibo non era la soluzione ai miei problemi e finchè ho pensato di “meritare” uno sgarro alimentare per via dei miei problemi, ho anche evitato di affrontarli.
Per capirci, non è che tuo figlio sta meglio se e quando tu ti dopi di cioccolata. E non stai meglio neanche tu, perchè poi ti senti in colpa per averlo fatto.
Allo stesso modo, se tu mangi sano e perdi peso tuo figlio non starà meglio, ma starai meglio tu e se stai meglio puoi essere per lui un sostegno migliore.
Chiaramente non conosco i tuoi problemi e non vorrei sminuire cose che non conosco.
Inoltre la frase non si riferisce a problemi esterni, ma interni.
Se mio padre avesse un tumore non potrei “trovare una strada”, ma rifugiarmi nel cibo significherebbe “trovare una scusa” per mangiare.
Per perdere 60 kg ho dovuto guardare in faccia i miei problemi e affrontarli, ma soprattutto ho dovuto smettere di avere pietà di me stessa e pensare che il cibo fosse l’unica strada.
E non è stato nè facile nè immediato, non a caso ho impiegato più di 2 anni e ho ancora del lavoro da fare su me stessa.
Hai ragione su tutto, ma…..e non perché mi ci voglio attaccare ai miei ma, la cioccolata ha avuto un effetto positivo sul mio umore, lo sgarro inizia con piccoli assaggi come oggi, sono stata ligia e ferma poi mio figlio cucina le frittelle e io assaggio perche controllo che abbia dosato tutto, e il meccanismo che si innesca è -aspetta che son troppe ti fanno male- – appero sono buone sei stato bravissimo- lui lascia un attimo per andare in bagno e gliene frego altre due…
..come si chiama questa? Dove li metteva Dante gli ingordi? Forse nel girone degli scusanti, e dei bugiardi…..la prossima volta ne lancio qualcuna al papero in guardino, …….
Ahahaha…. mi sono rivista in questa cosa dell’assaggio. Per mesi di dieta cucinavo la pasta per i bambini e assaggiavo se era cotta. Se non era cotta mi toccava riassaggiarla dopo qualche minuto. Poi la condisci e assaggi se sa di sale, poi non sa di sale e allora ne aggiungi un pochino e riassaggi. Alla fine non dico che mangiavo un piatto di pasta, ma quasi.
Però è una catena che si può interrompere. Ora se cuocio la pasta metto il timer e non assaggio, quando è ora la scolo, cotta o cruda, non mi interessa. E una volta che ho dimenticato di mettere il timer ho tirato fuori un rigatone, l’ho morso e poi sputato. Era cotto.
La gola tira, è umano. Ma se hai un obiettivo, quello vince su qualunque ostacolo.
E’ vero ciò che scrivi. Troviamo scuse per ogni cosa se non vogliamo farla. Meglio essere sinceri almeno con se stessi nella vita, meglio se lo si è anche con gli altri, non è facile, ma almeno non ti devi sbattere a cercar scuse che poi ti devi ricordare. l’altro giorno mia cugina dopo un litigio con la figlia adolescente si è strafogata di pane alla nutella e io le ho chiesto se questo gesto le avesse risolto il problema, la risposta è stata ovviamente no, anzi è subentrato il senso di colpa. Questa mia domanda l’ha fatta riflettere e spero che la prossima volta non si getta sulla compensazione o consolazione attraverso il cibo, ma trovi un altro modo, magari correndo.
Ecco, è proprio la compensazione a fare del cibo una divinità per l’umanità.
Viviamo in un Mondo che ti spinge a mangiare per le ragioni sbagliate. Sei triste? Mangia. Sei annoiata? Mangia. Sei stanca? Meriti di mangiare.
La felicità non è in una fetta di torta o in un vasetto di cioccolata, ma in noi stessi.
Però per esperienza so che la strada del cibo è quella più semplice.
Ad esempio, il mio problema credo risiedesse tutto nel rapporto con mia madre.
Io volevo da lei approvazione e facevo di tutto per compiacerla, salvo poi rendermi conto che non era mai abbastanza per lei e che non facendo le cose per me stessa ma per lei, non ero felice. Avrei voluto affetto incondizionato e lei non sapeva darmelo. Questo non significa che non mi volesse bene, solo che non sapeva dimostrarmelo se non nutrendomi.
Mi criticava, poi se ne pentiva e mi friggeva due zucchine. Sviliva i miei sforzi, poi vedeva che ci stavo male e mi preparava un dolce per cena. E io sapevo che rifiutare il cibo che preparava per me significava rifiutare il suo affetto. Poi mangiavo, ingrassavo, mi sentivo in colpa e lei mi criticava perchè non ci tenevo a me stessa.
Moltiplica queste cose per oltre 30 anni e otterrai una persona obesa e insoddisfatta.
Uscirne richiede un atto di fede immenso in se stessi e io per anni ho desiderato trovare quella forza in me senza mai farcela. Poi due anni fa è scattato qualcosa e allora ho iniziato a cambiare davvero.
Ecco, tua cugina deve cercare quella forza che è nascosta dentro di se e tirarla fuori. Tu puoi sostenerla e incoraggiarla, senza mai farla sentire sbagliata perchè non ci è ancora riuscita.
e anche in questo post ti sei dimostrata una persona ammirevole. Credo che molte persone grasse che non riescono a dimagrire si sentano in colpa quando sanno che hai perso così tanti chili in due anni senza operarti, quindi scatta l’elenco delle “scuse” che possono essere vere o meno. Tu non fai nulla per farle sentire in colpa o in competizione ma loro ci si sentono, è umano anche se da’ fastidio sopratutto a chi come te deve sorbirsi un elenco di storie non richieste su quanto magia una persona
Già.
Forse anche il mio sorriso di circostanza può dar fastidio, ma io non so proprio come altro comportarmi.
Vado avanti per la mia strada, come loro andranno avanti con la loro.
Ma sai, ci sono anche persone perfettamente in forma che cercano scuse per giustificare sgarri alimentari che possono tranquillamente permettersi. Chissà perchè.
è un mistero anche per me
Sono d’accordo dalla prima all’ultima parola, virgole e spazi inclusi
Mi fa piacere.
Trovare scuse è più facile, essere onesti con se stessi è la strada difficile, ma anche l’unica che abbia una qualche chance di successo.
Assolutamente. Il problema è che è troppo facile mentire a se stessi, ma così facendo non si arriva da nessuna parte.
Autoconsapevolezza: ma ci vuole fatica, tanta fatica
Dopo la fatica viene la soddisfazione. Quindi mai demordere.
Mai!😀