Giorni Felici

A che serve?

Giorno felice #931

E’ partito tutto dall’inizio del mio percorso e con la frase “Non posso cambiare il Mondo, posso solo cambiare il mio modo di reagire alle cose che accadono attorno a me.

Ad un certo punto, tre anni fa, ho realizzato che stavo facendo un gioco al massacro. Ogni delusione, ogni parola detta da qualcuno (o non detta), ogni ferita ricevuta, voluta o non, ogni cosa che non andava come volevo, ogni persona che non riusciva ad essere carina con me, ogni cosa mi faceva male e per ogni cosa c’era una sola consolazione: il cibo. Me la prendevo con gli altri, che non facevano nessuno sforzo per cambiare e chi ci rimetteva ero solo io.

Quando ho deciso di dire basta a questo circolo vizioso, ho pensato di iniziare a lavorare su me stessa, soprattutto sul mio modo di reagire alle cose che mi facevano male.

Se esponevo i miei sentimenti ad una persona che reputavo amica e questa li calpestava bellamente, istintivamente pensavo di aver sbagliato.

Per prima cosa pensavo di aver sbagliato a provarli, quei sentimenti. Poi però, riflettendoci su, pensavo che non potevo scegliere quali sentimenti provare, e che è la sensibilità che abbiamo a determinare i sentimenti che proviamo.

Quindi pensavo di aver sbagliato amicizia. Forse avevo riposto la mia fiducia nella persona sbagliata. Ma quante volte mi è successo, negli anni, di trovarmi all’improvviso spiazzata da una amica, che all’improvviso mi ha intenzionalmente ferita in un mio momento di debolezza? Troppe.

Così ho iniziato a pensare che l’unico modo per non sbagliare era quello di evitare di confidarsi e iniziare a tenere tutto per me. Anche qui il discorso fa acqua da tutte le parti. Insomma… a cosa serve avere una amica se devi censurarti e ponderare gli argomenti da affrontare? A cosa serve se quando hai un problema non ti senti libera di parlarne con una amica?

cambiare

Allora ho iniziato a pensare che le amicizie non servono a niente, che se devo limitarmi a conversazioni di circostanza, non servono amici, bastano i conoscenti, basta incontrare la gente e scambiare un buongiorno. Parlare del tempo, le mezze stagioni che non esistono più, i bambini di oggi che non sono come eravamo noi alla loro età e altre banalità qualsiasi.

E finisce che non parlo mai di me, ho proprio difficoltà fisica nel farlo. Per lo più ascolto. Ascoltare mi riesce bene. Sono bravissima a dire la cosa giusta al momento giusto, perchè sono molto empatica e mi rendo conto che quando una persona mi parla in un certo modo mi sta chiedendo due cose fondamentalmente: 1) di essere ascoltata e 2) di essere compresa. E io ascolto e comprendo, magari non condivido, ma capisco. Quindi rispondo come penso che l’altra persona voglia che io risponda: donando sostegno e ragione e comprensione, appunto. Per questo c’è chi mi cerca per parlare di se, ma mai per chiedere di me.

E’ l’unico tipo di interazione sociale che ho, quindi me lo faccio bastare.

Allora ho iniziato a pensare che ok, con le amicizie non ci so fare, meglio puntare su altro, mica possiamo avere tutto dalla vita: un lavoro soddisfacente, un matrimonio felice, una bella famiglia, amici da applausi, un fisico da urlo, ecc.

A qualcosa bisogna pur rinunciare.

Vuol dire che a me tocca fare senza amici.

Poco male.

Ho sempre il lavoro.

Un lavoro che non fa per me, assolutamente, perchè presuppone innanzi tutto il contatto con la gente e, chiaramente, io non sono adatta. Per avere a che fare con le persone devi essere scaltro e col pelo sullo stomaco, mentre io sono come una bambina di 5 anni in una seconda liceo: tutti sanno come ci si comporta tranne me. Mi fregano, mi pigliano per il culo e io sorrido e mi prendo colpe che non ho pur di mettere a tacere chi alza la voce in modo aggressivo. Incasso e porto a casa e poi cerco di non rovinarmi il fegato, di non buttarmi sul cibo, di non punirmi per non essere stata, di nuovo, all’altezza di fanculizzare un cliente in faccia.

Lui mi ha ascoltato attentamente, poi mi ha sorriso e mi ha detto che io dovevo ripercorrere la strada del fratello maggiore di mio nonno, e cioè andare a vivere da solo nei boschi, in mezzo alla natura, perchè ero troppo umano per vivere in mezzo agli uomini.

da Educazione Siberiana di Nicolai Lilin

Posso solo cambiare il mio modo di reagire e io cerco di non stressarmi.

Il coach dice che c’è solo una buona ragione per stressarsi: quando si è in pericolo di vita. “Tu chiediti: sono in pericolo di vita? E se la risposta è no, allora puoi rilassarti, perchè sicuramente non è nulla di grave.”

Quando mi chiedo perchè lavoro, mi rispondo che lo faccio per i soldi, non perchè mi piace la gente. Trovo la volgare, insulsa, concentrata sulle cose sbagliate, superficiale e noiosa. Spesso anche cattiva e ottusa.

Dicevamo che lavoro per i soldi, come fa il 99% della gente solo che non tutti lo ammettono. Ho bisogno di soldi e per questo un lavoro vale l’altro. Io ho la fortuna di lavorare sotto casa, posso contemporaneamente fare la mamma, preparare e consumare tutti i pasti con la mia famiglia, seguirli nello studio e nelle attività extra scolastiche. Ho la fortuna di poterli far viaggiare, posso permettermi di comprare loro dei libri e di seguirli nella loro crescita.

Sono fortunata, ho un lavoro che mi permette di vivere.

Ma a cosa servono davvero i soldi che guadagno?

Più della metà servono per pagare le spese di gestione del lavoro stesso. Se non lavorassi avrei bisogno di meno della metà dei soldi che guadagno.

Riflettiamo.

Quel che resta, tolte le spese del lavoro, va via in buona parte per pagare le bollette. Che bella sarebbe una casa energeticamente autosufficiente? Pannelli solari per acqua e luce, stufa a legna per il riscaldamento, riciclo dell’acqua piovana per gli scarichi domestici, pale eoliche per la luce. Un sogno.

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Tolte le bollette, tanti soldi vanno via per il cibo, soprattutto perchè evitiamo il cibo spazzatura e, si sa, la roba sana costa di più. E anche qui penso a quanto sarebbe più economico coltivare e allevare se non tutto, almeno gran parte di quello che mangiamo. Mio padre ha un piccolo appezzamento di terra in collina e a tempo perso va li a coltivare il suo orto. E’ faticoso, ma pulito e sano. Pianta due file di pomodori e ci mangiamo tutta l’estate fino alla nausea, tanto che spesso ci tocca regalarli, i pomodori, da quanti ne nascono. Idem le zucchine, le fave, le ciliegie e le patate. Una volta aveva anche polli e conigli, ma li bisogna lavorare di più, pulire e dar da mangiare e poi c’è quella cosa brutta di ucciderli, spennarli o scuoiarli e dissanguarli, che non credo di avere lo stomaco per fare, perchè sono una carnivora ipocrita. A dire il vero non provo pena, ma schifo per il sangue, ma questo sarebbe un altro discorso.

Però le uova fresche di giornata… ma vuoi mettere?

Mangio molta carne, ovviamente, e non posso pensare di farmi la mucca e il maiale da allevare per consumo privato, ma è possibile acquistare mezza mucca insieme a qualcun altro presso un contadino che te la cresce e macella. Sarebbe più sano, più controllato, forse anche più economico. Congeli tutto e mangi al bisogno. Ed è una mucca che sai cosa ha mangiato giorno per giorno, e non hai paura di antibiotici o estrogeni o non so quali altre schifezze danno agli animali negli allevamenti intensivi.

C’è poi la palestra, che mi porta via una bella fetta di soldi ogni mese, ma tra poco smetterò col coach privato e allora la spesa diminuirà non poco. Sulla palestra non transigo: zappare non è come squattare. Quindi continuerò ad allenarmi 4 volte a settimana, sempre, con o senza coach.

Infine ci sono le spese per vestiario e suppellettili.

armadio

In questo sono brava. Compro solo il necessario e cerco di spendere il meno possibile. Compro per i bambini quasi ad ogni stagione per il semplice motivo che crescono, ‘tacci loro, e quello che avevano la scorsa stagione non gli sta più quella dopo. Non esagero con gli acquisti: 3 pantaloni di tuta, 4 magliette, 1 felpa, un paio di scarpe da ginnastica, un paio di ciabatte, un abitino per la domenica e si va avanti l’invernata. In estate idem: 3 pantaloncini corti, 5 magliette, 3 costumi, un copricostume, infradito e siamo al mare tutto il tempo. Il marito compra poco e non va dietro le mode, quindi le polo dell’anno scorso sono ancora attuali e mettibili. Per me da quando ho preso a dimagrire compro cose nuove ogni stagione. L’estate scorsa portavo la XL, ora porto la M, quindi ho bisogno della fornitura base per affrontare il caldo. Non compro mai cose troppo costose. Compro pantaloni a non più di 19.90€, magliette a meno di 15€, spero di non spendere troppo per i costumi da bagno, ma per contenere la pelle in eccesso non posso accontentarmi delle cose da supermercato. Per il resto non eccedo, niente lussi. Mi piace comprare una borsa nuova una stagione si e una no: autunno/inverno e primavera/estate e cerco di non spendere mai più di 30€, ma spesso riuso la borsa dell’anno prima, se particolarmente comoda. Un giaccone per l’inverno, buono sia per andare in palestra che al supermercato e niente giacca di mezza stagione, d’altronde… non ci sono più le mezze stagioni!

Una cosa è certa: spenderei meno se non lavorassi, perchè quando lavori a contatto con le persone non puoi metterti ogni giorno la stessa cosa e ti tocca avere un armadio più fornito, ma anche stare al passo con la moda, almeno quel minimo per non essere considerata ridicola.

E per i figli? Non compro mai giocattoli. Quando erano piccoli la regola era che il giocattolo “grande” lo portava solo Babbo Natale, per il resto si compravano solo in via del tutto eccezionale piccoli giocattoli non troppo costosi. Ora sono più grandicelli e non chiedono più giocattoli. Hanno voluto lo spinner, ma non mi chiedono ogni piccola cazzata pubblicizzata in tv, per fortuna. Ogni tanto compriamo giochi in scatola, perchè ci permettono di giocare tutti insieme e di imparare qualcosa, ma ora ne abbiamo una buona scorta e ci facciamo bastare quelli che abbiamo. Probabilmente Babbo Natale ci porterà Ticket to ride, perchè ogni Natale ci porta un nuovo gioco in scatola e questo mi sembra molto interessante.

Non resisto in libreria: solo li non so dire di no. Se mio figlio o mia figlia mi corrono incontro in libreria con in mano un libro e mi supplicano “Mamma, ti prego, me lo compri?” io dico di si. SEMPRE. E sono orgogliosa della loro libreria in cameretta.

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Ho risparmiato sull’arredo di casa: per quanto adori l’arredamento e l’architettura, trovo stupido spendere troppo per la casa. Quindi abbiamo la cameretta con l’armadio economico di Mondo Convenienza, una vecchia libreria in legno grezzo di quando ero ragazza e vivevo da sola, la scrivania più economica dell’Ikea, una cassettiera sgangherata, due letti contenitore sempre dell’Ikea e un cestino dell’immondizia che era un secchio per passare lo straccio, omaggio di Acqua&Sapone. Abbiamo risparmiato anche per il resto della casa. Non avrò una casa alla moda, ma la trovo comunque molto accogliente e calda e funzionale. Muoio di voglia quando vado in negozi come Maison du monde, ma cerco di non comprare, perchè abbiamo già la casa piena e non c’è bisogno di spendere altri soldi inutili.

Non avendo amici ne consegue che non abbiamo neanche vita sociale, quindi niente aperitivi, niente cene fuori, niente grigliate in compagnia, niente gente che viene a cena e che poi mi invita a sua volta. Niente compleanni per i quali comprare regali, a parte quelli di famiglia. Niente cresime e comunioni. Niente inviti a matrimoni. Niente.

Alla fine è diventato tutto superfluo.

Gli unici soldi che mi sento di spendere con serenità sono quelli per i viaggi, i libri e la palestra. Quando spendo per queste tre cose so che sto spendendo bene, perchè sto acquistando qualcosa che arricchirà me e la mia famiglia.

Preferisco spendere per esperienze, non per cose.

Non mi importa di andare in giro con i pantaloni dell’Oviesse, perchè dentro ci sono gambe forti e allenate.

Non mi importa di andare in giro con una borsa senza marca, perchè dentro c’è un bel libro che sto leggendo.

Non mi importa di non vestire i miei figli alla moda, perchè ogni anno li porto in vacanza all’estero.

Non mi importa di non avere una casa alla moda, perchè dentro c’è più di quello che mi serve.

Mi dispiace non avere amici con cui condividere le cose, perchè quelli non avrebbero prezzo. Ma forse vivo nel posto sbagliato, c’è poca gente simile a me, o forse sono io che mi sono sempre nascosta bene e le persone non sanno chi sono davvero.

Alla fine ho scritto troppo e non credo di aver detto quello che volevo.

Volevo dire che in questi tre anni ho fatto un grande lavoro su me stessa, credo di essere riuscita a mettere nella giusta prospettiva molte cose e di aver iniziato a vedere il Mondo in modo diverso.

Mi sento come Neo in Matrix: ho scelto la pillola rossa… vedo quant’è profonda la terra del bianconiglio….

E per questo sono ancora più sola.

Quindi a che serve?

5 pensieri riguardo “A che serve?

  1. Mi dispiace leggere che tu non abbia un’amica, qualcuna a cui rompere le balle quando sei giù di morale o stai per sbroccare, o ti serve un consiglio, o vuoi condividere una cosa buffa. Io ho mia cugina, è come una sorella. Grazie a Miciomao ho conosciuto quattro mamme che incontro all’uscita da suola con cui mi trovo bene.
    Anch’io come te non spendo molto per abbigliamento e scarpe. I libri li acquisto da Amazon solo se costano € 0,99, ho il Kindle.
    I soldi meglio spesi sono quelli nei viaggi, ti regalano emozioni e ricordi. Noi andiamo molto anche al cinema.
    Sei fortunata ad avere una famiglia con cui condividi gioie e passioni, è già molto nella vita.

    1. Hai ragione, la famiglia è la cosa più preziosa che ho e per questo devo ritenermi molto fortunata.
      Anche noi andiamo spesso al cinema, altra esperienza che troviamo piacevole.
      Guarda… non avere amici è la cosa che mi dispiace di più in assoluto. Ne avevo già pochissimi prima di sposarmi, poi ho sposato un orso sociopatico ed è stata la fine.
      Pazienza.
      A volte la mancanza è dolorosa, altre sopportabile.
      Non si può avere tutto nella vita.
      E poi… ho sempre voi, per sfogarmi… ihihihih

  2. Ciao Sandra, anche grazie a te ho completato la prima settimana senza sgarrare, e ho scelto una dieta semplice e veloce.
    Per me tener duro più giorni di fila è un miracolo, ma per ora non mi peso, anche se sono molti mesi che ci sto lavorando a questo ordine alimentare tra cadute e salite. In passato avevo grupponi di amici, e ti proporrei di vederci se non fossimo cosi lontane.
    Ho imparato che le ex amiche spesso hanno un vissuto da vittime criminali, e anche se non le giustifica spesso ho pena per loro.
    Mi piacerebbe avere compagnia nei viaggi ed essere più organizzativa, basterebbe dire OK facciamolo potrebbe stupirci e venire bene.

    1. Sono molto contenta per la tua costanza con la dieta. Non è facile, lo so benissimo. Non è facile all’inizio, ma anche in seguito, sarà sempre un grande sforzo di volontà a mandarci avanti, perchè le cattive abitudini sono sempre le più semplici da abbracciare. Però possiamo farcela.

      Ti ringrazio tanto per la comprensione, le amicizie sono state spesso una gran delusione per me, ci mettevo troppo cuore, mi aspettavo solo qualcosa in più e così non è stato. L’egoismo prevale sempre, ma allora voglio essere egoista anche io.

      Per i viaggi… cosa proponi???

  3. È un periodo che ho la voglia di viaggiare che rasenta lo zero, oggi Pompei e Sorrento, bellissime addirittura abbiamo trovato un albero altissimo nel parco cittadino che era in piena fioritura con fiori blu tra palme e magnolie, ma a volte non mi godo le cose.
    Continuavo a dire a mio figlio stai su stai dritto, non correre.
    Nei gruppi invece si diluisce lo stato d animo.
    Quattro anni fa abbiamo girato molta America e poi tante coste italiane, manca la Sardegna, e poi mancano mete esotiche o Australia, dove lui ha gli zii. Non credo nei gruppi stretti ma sciolti che magari combinano mete e pacchetti viaggio ma restando liberi , a Pompei non resisterei in quei gruppi 50 persone con guida avanti, anche se vent’anni fa feci un viaggio cosi quando valtur era ben organizzato.
    Più che altro credo che dobbiamo viaggiare per i nostri figli, è un dovere credo e organizzare bene.

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